8. CONCLUSIONI

La VQR 2004 – 2010 ha analizzato una serie impressionante di dati collegati alla ricerca e valutato oltre 180.000 tra articoli, monografie, e altri risultati pubblicati dai ricercatori italiani delle università e dei centri di ricerca nel settennio 2004 - 2010. Con i limiti e i caveat menzionati nel corso del rapporto, le quattordici relazioni di Area e il rapporto finale ANVUR presentano una mappa completa della qualità della ricerca nel nostro paese riferita alle strutture (università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari) e ai dipartimenti che le compongono, antecedenti e successivi alla ristrutturazione dipartimentale degli atenei dettata dalla Legge 240.

Ciascuno dei GEV ha pubblicato e analizzato una graduatoria di struttura e di dipartimento per ciascuna delle quattordici aree scientifiche CUN e per sottoinsiemi di queste, fino al livello dei settori scientifico-disciplinari. Per l’ANVUR, l’obiettivo principale della pubblicazione trasparente dei risultati è di offrire a tutti gli interessati allo stato della ricerca italiana molti elementi concreti su cui riflettere e agire per consolidare i punti di forza, per migliorare le debolezze e adottare correttivi laddove opportuno.

Consci del pericolo di offrire argomenti di polemica per strumentalizzazioni tese alla ricerca manichea dei “buoni” e dei “cattivi”, vogliamo ribadire che la soluzione dei problemi non può che partire da una conoscenza accurata dei problemi stessi e, se possibile, delle cause che li hanno generati.

Un’analisi completa dei risultati, vista la loro mole, richiederà tempo e lavoro scientifico esperto, e per facilitare tale compito l’ANVUR intende mettere a disposizione i dati elementari della valutazione dopo averli depurati degli elementi sensibili.

Mettendo a confronto i risultati dell’Appendice H (i confronti internazionali nelle aree bibliometriche) con quelli della VQR, emerge un quadro della ricerca italiana nel suo complesso competitiva rispetto a singoli paesi e a insiemi significativi degli stessi, nonostante la posizione di retroguardia nel numero di addetti alla ricerca e nel suo finanziamento.

La VQR, però, mostra che la buona qualità media si compone di realtà assai eterogenee. Insieme a università che ottengono risultati positivi in molte Aree, vi sono atenei spesso al di sotto della media di Area. Pur con eccezioni significative a livello di SSD e dipartimento, questa divisione configura anche una preoccupante separazione tra aree geografiche, che potrebbe dipendere in parte da dati di contesto che la VQR non doveva e non poteva analizzare.

Nel corso del processo di valutazione, durato venti mesi e concluso con un mese di anticipo rispetto alla scadenza prevista dal DM, l’ANVUR, i GEV, gli assistenti dei presidenti GEV, il gruppo di lavoro CINECA e i revisori, hanno superato numerose difficoltà e, laddove necessario, corretto la rotta in corso d’opera. In previsione del prossimo esercizio di valutazione, per favorirne una riuscita ancora migliore, si mettono in luce alcuni elementi importanti.

In conclusione, crediamo che la VQR dispiegherà i suoi effetti benefici nei mesi e negli anni a venire se i suoi risultati saranno studiati nel dettaglio e analizzati con attenzione, e utilizzati dagli organi di governo delle strutture per avviare azioni conseguenti di miglioramento. Un segnale incoraggiante è lo spirito di grande interesse e collaborazione con l’ANVUR delle strutture valutate, per le quali la VQR ha richiesto lavoro e impegno in un momento di grande trasformazione e difficoltà (in particolare per le università).

ANVUR, Piazza Kennedy, 20 - 00144 Roma