NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE CRESCE LA PRODUZIONE SCIENTIFICA DELL’UNIVERISITÀ ITALIANA, HA UN MAGGIORE IMPATTO ED È PIÙ PRODUTTIVA
La ricerca scientifica cresce in qualità e quantità
“Tra il 2011 e il 2014 la ricerca universitaria italiana è migliorata, osserviamo un quadro generale sostanzialmente positivo, il che è coerente col dato aggregato per ateneo che mostra una riduzione media dello svantaggio delle Università del meridione.” – dichiara Andrea Graziosi, presidente ANVUR durante la presentazione della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) 2011-2014 – “Possiamo affermare che in questi anni i ricercatori italiani hanno saputo pubblicare di più e con migliore qualità, poiché le pubblicazioni hanno buone performance di citazione nelle rispetttive comunità. Inoltre, nonostante le perduranti criticità imputabili alla scarsità di risorse disponibili, è stata mantenuta una buona produttività media.
Anche nelle analisi per singola area scientifica, le Università del Meridione riducono le distanze, anche se il distacco da quelle settentrionali è confermato.
Una nota positiva è che parte del merito di questo buon risultato va attribuito ai nuovi ingressi (assunti e promossi) che hanno notevolmente alzato la produttività media degli atenei.
La fotografia complessiva di questa VQR 2011-2014, quindi, ci mostra un sistema universitario che si è in parte rinnovato, cogliendo i buoni risultati di questa trasformazione. Ora resta da capire quanto a lungo sarò possibile sostenere queste performance, e aiutare il Meridione e le Isole a continuare nel recupero a parità di (scarse) risorse.
E resta la debolezza della nostra presenza nell’eccellenza internazionale in alcune aree. Sono questioni che solo la politica può risolvere prendendo decisioni coraggiose e lungimiranti.”
IL DETTAGLIO NELLA SCHEDA DI CONFRONTO INTERNAZIONALE
Il Sud migliora, il Nord è ancora primo
“La VQR mostra uno stato di salute buono della ricerca italiana e ciò vale in tutte le aree scientifiche. Non solo, i miglioramenti che si scorgono confrontando le posizioni nella graduatoria tra le due VQR sono distribuiti in tutto il territorio nazionale, senza una netta distinzione tra aree geografiche.” – dichiara il coordinatore della VQR Sergio Benedetto – “Assistiamo a un processo di convergenza che però è ancora lontano dal colmare le differenze geografiche. Il confronto tra l’indicatore finale di istituzione degli atenei con il loro peso dimensionale (se il primo è maggiore del secondo significa che l’istituzione ha ottenuto un guadagno sul fronte FFO rispetto al proprio peso grazie alla VQR) mostra ancora una differenza significativa tra Nord, Centro e Sud, anche se minore rispetto alla VQR precedente.
La parziale convergenza è dovuta a un insieme di cause il cui impatto non è separabile. Vi è l’effetto di un effettivo miglioramento nella qualità delle pubblicazioni degli atenei più “deboli”, poi ci sono i cambiamenti intervenuti negli addetti alla ricerca, e per finire va considerata sia la riduzione della variabilità dei pesi delle classi di merito che il diverso numero di prodotti.”
IL DETTAGLIO NELLA SCHEDA DI CONFRONTO NAZIONALE
Le Università settentrionali sono più attraenti per i giovani ricercatori
“In generale le forze “fresche” hanno contribuito al generale miglioramento del sistema universitario italiano, e ciò è comune a tutte le aree indagate e praticamente a tutti gli atenei valutati. Il dato, seppur atteso, è comunque da valutare positivamente.
Entrando nel dettaglio, le Università del Meridione hanno tratto grande beneficio dal reclutamento dei nuovi professori e ricercatori. Anche se non è possibile quantificare percentualmente il valore aggiunto fornito dai nuovi ingressi, è evidente che sono da considerarsi come una delle componenti rilevanti nel miglioramento generalizzato delle performance degli atenei meridionali.” – dichiara Daniele Checchi, componente del Consiglio Direttivo dell’ANVUR – “Una seconda impressione, comparando queste informazioni anche con i risultati complessivi di ogni ateneo, è che le università settentrionali abbiano una maggiore capacità d’attrazione nei confronti dei nuovi ricercatori e che quindi abbiano una leva maggiore al momento della selezione. Gli atenei sembrano aver compiuto passi significativi nella direzione del miglioramento interno, creando un terreno fertile per l’attrattività esterna.”
IL DETTAGLIO NELLA SCHEDA SUL CONTRIBUTO DEGLI ADDETTI IN MOBILITÀ
“In alcune aree d’Italia, le Università rappresentano l’unico soggetto in grado di offrire un valore aggiunto a un territorio, sia in termini economici, sia come produttore di beni pubblici per la società.
Brevetti e spin off rappresentano strumenti per la valorizzazione della ricerca a cui sia atenei che enti di ricerca fanno diffusamente ricorso. Molti gli spin off sorti per sfruttare brevetti accademici e per porre argine alla “fuga di cervelli”, soprattutto al Sud.
Al contempo, non si possono sottovalutare attività altrettanto importanti in tema di valorizzazione dei beni culturali, della tutela della salute (per esempio la gestione delle bio-banche), di public engagement e l’educazione continua per adulti.” – afferma Daniela Baglieri, presidente della commissione esperti Terza Missione – “Quello compiuto da ANVUR con la VQR 2011-2014 è stato un lavoro enorme, certosino e indubbiamente sfidante.
In questi mesi di valutazione, al di là dei “numeri”, ci siamo resi conto che atenei ed enti di ricerca hanno raccolto la sfida avviando processi di riorganizzazione, creando nuove entità giuridiche e reti innovative con altri attori allo scopo di “fare massa” e ridare slancio ai territori. Tutto ciò impone una ridefinizione dei confini di terza missione e un orientamento che predilige l’impatto sulla società anziché i meri risultati economici.
Forti dell’enorme mole di dati e informazioni raccolti, possediamo oggi un data base molto articolato e robusto, di sicuro all’avanguardia in campo internazionale, che può utilmente supportare la riflessione teorica e il governo degli atenei e degli enti di ricerca.”
IL DETTAGLIO NELLA SCHEDA SULLA TERZA MISSIONE